Polizze per rischi catastrofali: cosa prevede la normativa
A cura di Davide Lonoce, Executive Manager Insurance, Teresa Puzio, Lead Business & Digital Advisor Insurance e Sofia Cuoghi, Consultant Insurance
Con la nuova legge di bilancio 2024 nasce per le imprese con sede legale in Italia e quelle aventi sede all’estero con stabile organizzazione in Italia l’obbligo di stipulare un contratto per la protezione da rischi catastrofali entro il 31 dicembre 2024.
Questa novità si configura come un’importante svolta nelle modalità di gestione e prevenzione dei rischi da calamità naturali nel nostro Paese. L’Italia infatti da molti anni, nonostante gli elevati rischi idrogeologici e sismici, dipende fortemente dall’intervento statale post-evento per la gestione delle calamità naturali, mentre sul versante della raccolta premi assicurativa legata ai rischi climatici, il totale complessivo è di circa 2,1 Mld€ con grande prevalenza del rischio grandine (1,6Mld€). Molte analisi mettono in luce il divario tra le perdite economiche causate da questi eventi e l’effettiva copertura assicurativa.
I contratti assicurativi obbligatori per la nuova legge dovranno coprire terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature industriali e commerciali da danni derivanti da calamità naturali o eventi catastrofali avvenuti sul territorio italiano. Nella norma vengono specificate le diverse tipologie di eventi idonei a rendere il sinistro assicurabile, tra cui sismi, frane, inondazioni, alluvioni ed esondazioni. Rimangono al momento escluse dal nuovo obbligo le imprese agricole e i beni immobili gravati da abuso edilizio o costruiti in assenza delle autorizzazioni previste.
Questa legge può rappresentare una pietra miliare nel campo assicurativo legato alla gestione dei rischi catastrofali; la sua attuazione contribuirà a colmare il protection gap e a promuovere la responsabilità delle Imprese. Lo scopo della nuova legge è quindi rendere l’economia del nostro aese resiliente nel momento in cui dovrà affrontare gli impatti delle calamità.
Il quadro normativo non è ancora definitivo. Imprese e Assicurazioni sono in attesa di modalità attuative e operative che potranno essere stabilite dal Ministero dell’Economia e delle Finanza e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nel corso dei prossimi due mesi.
Da dove è nata l’esigenza di regolamentare i sinistri derivati da eventi catastrofici?
Il mutamento climatico comporta eventi atmosferici sempre più ad alto impatto, che colpiscono con crescente frequenza l’area mediterranea e in particolare il nostro paese. È in corso da decenni il dibattito sulle coperture assicurative in merito agli eventi atmosferici, che ha portato alcuni paesi come Francia, Spagna e UK ad attuare già da tempo azioni concrete in tal senso. Un provvedimento analogo, ad esempio, è stato adottato in Francia già nel 1982. Il protection gap italiano è invece molto più ampio rispetto a quello dei principali Paesi europei: a titolo di esempio, in Italia la quasi totalità delle microimprese (fino a 9 dipendenti) non sono assicurate. La copertura è limitata anche per le imprese piccole (10-49 dipendenti) mentre aumenta per quelle medie (50-249 dipendenti).
Alla luce di questi dati, si percepisce chiaramente il valore di tale iniziativa, anche in virtù dei recenti avvenimenti che hanno messo a dura prova l’economia di molte città italiane e che inevitabilmente hanno condizionato le scelte di imprenditori e investitori.
Quale sarà l’impatto della normativa sul settore assicurativo? Un primo bilancio tra dubbi e punti aperti
L‘impatto sul mercato assicurativo sarà, secondo le stime, molto rilevante. Un’analisi condotta da Cerved ha stimato che l’esposizione potenziale massima delle compagnie assicurative arriverà a 1.701 miliardi di euro, quasi 1.000 miliardi in più rispetto ai 790 attuali. Un incremento di più del 100% che il mercato assicurativo privato dovrà assorbire in poco tempo.
Le compagnie assicurative saranno tenute ad applicare premi proporzionali al rischio assicurato e non potranno imporre uno scoperto o una franchigia superiore al 15% del danno. Essendo le imprese di assicurazione soggette all’obbligo di stipula di questi contratti, in caso di rifiuto o elusione dell’obbligo a contrarre (da considerarsi valido anche in caso di rinnovo) saranno punibili con una sanzione dai 100.000 ai 500.000 euro da parte dell’IVASS.
È possibile notare da parte del settore assicurativo un apprezzamento diffuso verso il tentativo di riduzione del protection gap in Italia. Tuttavia, in un quadro generale di accoglienza positiva dell’impianto generale della nuova norma, non sono mancate perplessità: come dichiarato da ANIA (Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici), diversi sono i dubbi e le necessità di chiarimenti in merito a dettagli contenuti nella legge.
Innanzitutto, la Legge di Bilancio ridisegna il rapporto tra pubblico e privato che ora si configura come una partnership dove il mercato assicurativo si presenta come gestore del rischio e lo Stato assume il duplice ruolo di regolatore del mercato stesso e di riassicuratore tramite la garanzia fornita da SACE. La legge, secondo le dichiarazioni di ANIA, ad oggi non chiarisce adeguatamente le modalità della massima esposizione sia dal settore privato che del pubblico. A causa di questo, le Compagnie assicurative lamentano il rischio di non essere in grado di reperire capacità assicurativa sufficiente per quelli che si prospettano come rischi potenzialmente illimitati.
In secondo luogo, viene sottolineata la disparità tra le conseguenze dell’inadempimento da parte delle Imprese (limitate al mancato accesso a sovvenzioni future) e le sanzioni previste per le Compagnie in caso di elusione dell’obbligo a contrarre, considerate per certi versi eccessive. Questo può determinare un’adesione limitata da parte degli assicurati che può pregiudicare la mutualità delle coperture. Si suggerisce a tal proposito, come forma di incentivo, di esentare queste coperture dall’imposta sulle prime assicurazioni: in questo modo verrebbe equiparata alle polizze stipulate dalle persone fisiche per le abitazioni.
L’obbligo a contrarre viene però messo in discussione anche dal punto di vista della limitazione della libertà decisionale delle imprese e quindi del corretto funzionamento della concorrenza di mercato. ANIA propone di eliminare (o mitigare) le sanzioni ed inserire per le imprese di assicurazione la facoltà di rifiutare la stipula di un contratto in caso di superamento della propria capacità finanziaria.
Si deduce quindi, allo stato attuale, la necessità di stabilire regole e margini più chiari attraverso decreti ministeriali e chiarimenti normativi. .
Come la tecnologia può aiutare le compagnie assicurative a creare nuove opportunità
I danni causati da calamità naturali sono stati finora in larga parte risarciti grazie all’intervento pubblico, mentre le assicurazioni hanno avuto un ruolo marginale. Le Compagnie assicurative dunque si ritroveranno, in molti casi, a gestire obbligatoriamente rischi che in assenza di tale obbligo non avrebbero assunto. È fondamentale quindi per le Compagnie che i prodotti assicurativi consentano una corretta valutazione del rischio per evitare un innalzamento del combined ratio che renderebbe l’esercizio dell’attività assicurativa non remunerativo o addirittura sconveniente, e producendo quindi effetti negativi sull’economia.
Per fare ciò, l’innovazione di prodotto e la tecnologia possono svolgere un ruolo fondamentale.
I rischi climatici e di calamità naturali sono oggi infatti molto più compresi e prevedibili rispetto a pochi anni fa. Algoritmi di Intelligenza Artificiale, basati su modelli matematici e fisici di nuova generazione consentono di valutare il rischio di catastrofe climatica con precisioni molto elevate, arrivando a simulare, sulla base delle banche dati ufficiali e di modelli tridimensionali, l’impatto degli eventi catastrofali sul territorio. Le compagnie possono far leva su questi algoritmi per avere un quadro preciso del livello di rischio dei propri potenziali clienti, dando quindi il giusto prezzo per le coperture, e fornendo al contempo indicazioni ai clienti stessi per mitigare i rischi di danneggiamenti.
In questo contesto un paradigma ancora in stato embrionale nel mercato italiano, ma che riscuote sempre più interesse, è quello delle assicurazioni parametriche. Si tratta di contratti che prevedono, in caso di evento avverso, un rimborso automatico o semi-automatico di importo pre-determinato in polizza, non necessitando dell’accertamento e valutazione dei danni, e velocizzando all’estremo il processo di liquidazione. I vantaggi di tale paradigma sono particolarmente sensibili per i rischi climatici, nel caso delle imprese: avere immediatamente un indennizzo, senza dover attendere i risultati delle perizie (e lunghe fasi di negoziazione del risarcimento), può infatti essere vitale per la continuità del business dell’impresa.
NTT DATA Consulting è da sempre in prima linea per supportare le compagnie assicurative nei loro processi di trasformazione, facendo leva sulla conoscenza delle dinamiche del business, dell’andamento del mercato e delle evoluzioni normative, e sul know-how dei trend tecnologici più all’avanguardia.