A cura di Andrea Fravega, Head of Media
In poco tempo, la pandemia globale ha cambiato stili di vita e abitudini delle persone, attribuendo un ruolo sempre più centrale al digitale nelle esperienze di consumo. Nel settore Media questo fenomeno si sta traducendo nell’accelerazione di un modello di fruizione dei contenuti in cui il digitale non solo coesiste con i media analogici (TV, radio e carta stampata) ma inizia ad affermarsi in maniera preponderante rispetto ai modelli tradizionali. Basti pensare che durante il periodo del primo lockdown in Italia (marzo – aprile 2020), il 32% della popolazione ha incrementato la fruizione online di contenuti video, mentre il 5% ha utilizzato questo tipo di servizi per la prima volta.
L’utilizzo sempre più intensivo del digitale, spinto dalle restrizioni agli spostamenti imposte dal lockdown, ha riacceso i riflettori su un problema ormai tristemente noto nel nostro Paese, quello del digital divide. La disponibilità di accesso alla rete internet e a servizi digitali efficienti diventa ancora più essenziale in un contesto in cui la “nuova normalità” sembra essere diventata quella dello smart working e della didattica a distanza. Accelerare gli investimenti tecnologici rappresenta perciò un passo fondamentale per il Sistema Paese, che genererà ricadute positive anche sul settore Media: la componente di business legata al canale digitale non potrà che beneficiare dell’aumento del bacino di utenti potenzialmente raggiungibili grazie alla disponibilità di un accesso alla rete a banda larga.
Nel frattempo, la competizione all’interno del settore è sempre più intensa: la pandemia continua ad alimentare il giro d’affari delle piattaforme di streaming video ed ha ulteriormente accelerato la trasformazione delle logiche di consumo che premiano l’on-demand rispetto al lineare. A fianco dei player consolidati, nuovi incumbent entrano sul mercato italiano (si veda l’ingresso della piattaforma Disney+ a marzo del 2020), rendendo l’arena competitiva del settore sempre più affollata.
I player del settore Media stanno rispondendo a queste sfide innovando la propria offerta tramite un continuo ampliamento del proprio catalogo con nuovi contenuti e lo sviluppo di nuovi servizi. Un esempio è il recente ingresso di SKY nel mondo della telefonia fissa in Italia: grazie all’accordo wholesale siglato con Open Fiber, l’operatore televisivo è oggi in grado di offrire ai suoi clienti pacchetti all-inclusive che includono sia i servizi di connettività in fibra sia i contenuti della piattaforma satellitare.
Un altro ambito su cui alcuni player del mercato Media, in particolare gli editori, stanno concentrando i propri investimenti è quello della valorizzazione del proprio patrimonio informativo per sviluppare nuovi servizi rivolti ad aziende e professionisti: ne è un esempio una storica casa editrice italiana di periodici specializzati che ha capitalizzato i propri contenuti verticali sul settore dell’automotive per creare servizi per il mondo B2B, ad esempio fornendo a società di leasing gli strumenti informativi per gestire al meglio la propria flotta e tenerne sotto controllo il valore commerciale residuo.
Secondo la fotografia scattata da NetConsulting cube, nel 2020 il mercato digitale nel settore Media in Italia ha registrato un valore pari a oltre 1,2 miliardi di euro, in calo del 3,7% rispetto all’anno precedente. Gli effetti dell’emergenza Covid-19 hanno indotto le Media Company a rinviare numerosi progetti, anche a causa del drastico calo degli introiti derivanti dalla pubblicità. Nei primi nove mesi del 2020, infatti, gli investimenti pubblicitari in Italia sono calati del 15,9% su tutti i mezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente . Per il 2021 ci si aspetta una ripartenza degli investimenti nel settore Media, anche se molto dipenderà dall’evoluzione della situazione di emergenza legata alla pandemia.
Quali saranno, dunque, le priorità su cui si concentreranno gli investimenti del settore Media nel 2021?
Per rispondere alle sfide dettate dal contesto pandemico e dal calo generalizzato della monetizzazione dell’audience, le aziende del settore Media stanno concentrando i propri investimenti verso alcuni ambiti tecnologici. Ecco i più importanti:
- Cybersecurity: con il moltiplicarsi degli attacchi informatici durante la pandemia e la crescente rilevanza del canale digitale nelle abitudini di fruizione dei contenuti delle persone, la cybersecurity è una priorità per le Media company, sempre più esposte alla perdita/contraffazione dei propri dati ed a potenziali attacchi finalizzati a causare interruzioni del servizio. Inoltre, il periodo di lockdown ha fatto riesplodere il fenomeno della pirateria online, in particolare nel consumo di contenuti video: si stima che gli utenti italiani che usufruiscono dei servizi di IPTV illegale per guardare contenuti di tipo sportivo siano almeno 5 milioni . Oltre a combattere la pirateria, le aziende del settore Media devono fare i conti anche con il fenomeno delle fake news e garantire ai propri utenti l’affidabilità dei contenuti e delle informazioni veicolate.
- Data Intelligence e Big Data: i dati rivestono un ruolo sempre più strategico all’interno del settore Media per prendere decisioni efficaci e supportare la pianificazione delle strategie. Ormai tutte le aziende del settore hanno intrapreso un percorso per diventare data-driven company: ciò si tradurrà in un aumento degli investimenti nelle tecnologie di analisi avanzata dei dati, data lake, artificial intelligence/machine learning a supporto delle attività di customer profiling, customer engagement, advertising, loyalty e customer care.
- Cloud computing: gli operatori del settore stanno attuando, già da diversi anni, investimenti nelle tecnologie Cloud guidati da un obiettivo prevalente di efficientamento dei costi. Le piattaforme cloud diventano sempre più importanti per la delivery di contenuti video e servizi via web/mobile – soprattutto in modalità web streaming – in quanto consentono di adattare in modo dinamico ed automatico la capacità dell’infrastruttura tecnologica in funzione del numero di utenti, garantendo una user experience ottimale.
- Blockchain: questa tecnologia sta trovando uno spazio importante all’interno del settore Media nell’ambito della gestione del copyright e della proprietà intellettuale, con la finalità di proteggere e garantire l’autenticità dei contenuti. Anche nell’ambito dell’identificazione delle fake news, alcuni operatori stanno già sperimentando soluzioni per la tracciabilità dell’origine dei contenuti pubblicati sulle proprie properties. Il quadro normativo europeo sui diritti d’autore è in costante evoluzione, ma certo è che la tecnologia Blockchain, per la sua capacità di evidenziare in modo univoco ogni passaggio della filiera, potrà rappresentare, in prospettiva, una soluzione efficace per garantire trasparenza e autenticità all’utente finale.
Nel prossimo futuro, l’innovazione - a tutti i livelli - sarà cruciale per le aziende del settore Media, per traguardare la “nuova normalità” e sopravvivere in un mercato iper competitivo e frammentato. NTT DATA si pone come partner delle Media company nei progetti di Digital Innovation a 360 gradi, grazie ad un mix di competenze in grado di supportare il cliente non solo nella realizzazione tecnologica di un prodotto o servizio, ma anche nella fase di ideazione e sviluppo.