A cura di Federico Melani, Blockchain
In occasione dell’iniziativa “Data Protection & Art”, abbiamo deciso di creare tre NFT come mezzo di comunicazione dei nostri valori e delle nostre competenze.
Creando un Non-Fungible Token sul marketplace attualmente più importante, abbiamo salvato sulla blockchain Polygon una prova crittografica dei nostri messaggi, rappresentati da opere d’arte digitali e relative descrizioni. Questi dati avranno una marca temporale associata e rimarranno immutabili e accessibili finché le tecnologie blockchain lo consentiranno.
Abbiamo inserito la nostra collezione su Opensea, che rappresenta uno dei punti di partenza per chi vuole scoprire l’argomento degli NFT e ci consente di renderla disponibile nell’ecosistema delle blockchain pubbliche.
NFT: qualche aspetto tecnico
Quando si ha a che fare con gli NFT, è opportuno sapere che si tratta di una tecnologia in continua evoluzione, che ha delle fondamenta tecnologiche ben fissate nel mondo delle criptovalute (“crypto”) da cui deriva. Vengono quindi ereditati i benefici (disintermediazione, immutabilità) e i limiti (transazioni pubbliche, volatilità dei prezzi) dai precursori come Bitcoin ed Ethereum.
Quando si invia un NFT, si sta di fatto inviando un particolare tipo di crypto-asset che è stato progettato in modo che non sia fungibile: ciò significa che una unità della moneta non deve essere equivalente e sostituibile con un’altra unità, come invece succede con le monete tradizionali, come l’euro. È inoltre considerato un token, perché si allontana dall’obiettivo di valuta alternativa dell’antenato Bitcoin e assume un valore dato dalla funzionalità, come le fiches di un casinò (fungibili) o un certificato di proprietà di un’auto (non fungibile).
Solitamente un token (fungibile e non) viene programmato come un’applicazione immutabile (smart contract) e rilasciato su una blockchain specifica che ne permette l’esecuzione. Le funzionalità di un token (ad es. inviare, ricevere, visualizzare il saldo) dipendono dalla piattaforma sottostante, analogamente alle app mobile che vengono installate su Android e iOS e ne sfruttano le caratteristiche.
Non solo conoscenze tecniche: gli NFT richiedono diverse competenze
Piattaforme come Opensea rendono apparentemente semplice la user experience, ma richiedono comunque conoscenze tecniche specifiche del mondo crypto, quali saper gestire in sicurezza un wallet, sapere la differenza fra Ethereum e Polygon. Questo accade perché per creare, inviare, comprare o vendere un NFT, bisogna di fatto inviare una transazione sulla blockchain sottostante (ad es. Ethereum) in cui si eseguono le istruzioni per l’uso dell’NFT. Questa transazione si paga con la criptovaluta di riferimento della piattaforma utilizzata (ETH), come si paga un corriere per inviare un pacco contenente un oggetto di valore.
Le tecnologie basate su blockchain sono storicamente caratterizzate da un rapido ciclo di creazione di idee e soluzioni, che nei casi vincenti stampano letteralmente soldi e attirano quindi investitori e talenti motivati a rafforzare l’ecosistema. Mentre alcune ramificazioni evolutive, come la finanza decentralizzata (DeFi), sono una nicchia adatta a sviluppatori software con competenze finanziarie, gli NFT hanno il pregio di aver attirato un pubblico variegato composto da artisti, musicisti, sportivi, celebrità, videogiocatori e altri content creator che inventano ogni giorno nuove forme di valore digitale.
Anche noi con “Data Protection & Art” abbiamo avuto l’occasione di valorizzare la diversità di talenti ed esperienze che solitamente mettiamo in campo per un progetto crypto: c’è chi sviluppa programmi genera-soldi, chi è un artista affermato della Crypto Art, chi conosce tutti gli aspetti legali, chi può creare mondi virtuali per rendere più tangibile qualcosa come “0x2953399124F0cBB46d2CbACD8A89cF0599974963”.
Punti di attenzione
Come le criptovalute classiche, gli NFT sono una tecnologia finanziaria che permette di creare degli oggetti digitali liberamente scambiabili in un mercato aperto, che possono quindi avere un prezzo dato unicamente da domanda e offerta.
Possono rappresentare qualsiasi tipo di valore fisico o digitale che l’emittente decide di associare all’unicità del token, poi il mercato tenderà a dare un prezzo che tiene conto di numerosi fattori, fra cui il consenso del pubblico nel credere che un dato NFT rappresenti davvero ciò che l’emittente dichiara. Poiché, come tutti i prodotti e servizi crypto, si trasformano a una velocità che costringe la regolamentazione a rincorrere l’innovazione, rimane una forte incertezza e ambiguità su alcuni temi, come i diritti d’autore, che vanno valutati caso per caso.
In un contesto in cui i limiti sono principalmente tecnici e di fantasia, un pubblico ampio sposa la cultura crypto di libertà nel creare e scambiare qualsiasi tipo di asset da parte di chiunque, come la cultura Internet ha permesso a tutti di scambiarsi informazioni. Questo ovviamente può portare i consueti fenomeni di speculazione, truffe, furti e altri problemi endemici del mondo crypto, ma anche altri problemi nuovi legati alla “crypto-finanziarizzazione” che fa degli NFT un tema polarizzante. Con l’espansione verso settori diversi dalla finanza, le reazioni degli utenti e consumatori sono state spesso negative quando alcune aziende hanno segnalato la loro intenzione di buttarsi nel mondo NFT. La paura di molti è che i prodotti e servizi attuali (ad es. i videogiochi) subiscano i danni di un mercato senza regole e senza protezione per i consumatori, in cui qualsiasi oggetto diventa un NFT con un prezzo volatile e manipolabile.
Per evitare danni d’immagine e rispettare i propri clienti attuali e futuri, le aziende dovranno valutare una strategia di creazione e compravendita di NFT che sia etica e sostenibile, rivolgendosi al target corretto. Questo non può essere ancora il grande pubblico, che deve essere correttamente formato e informato dei rischi.
Un nuovo segmento di mercato in cui arte e tecnologia si avvicinano
Per arrivare a inquadrare le possibili opportunità di business è importante conoscere chi utilizza gli NFT e perché.
Bitcoin, Ethereum e altre blockchain sono prima di tutto dei progetti open source, che tendono quindi a far nascere delle community e degli ecosistemi di utenti, sviluppatori, aziende, venture capital, che investono soldi, tempo e idee. Nasce così un insieme di subculture tipiche del mondo di internet che portano a settori di business nuovi, come i servizi di prestiti in criptovalute nella DeFi.
Gli NFT hanno sicuramente creato una nicchia specifica nel mondo dell’arte che ha dato nuovi strumenti di visibilità e guadagno per artisti emergenti e affermati. Il valore di un’opera di crypto art non è il jpeg copiabile, ma l’aver creato un modello nuovo di mecenatismo in cui chi è diventato milionario facendo trading su Ethereum stimola una domanda di token a cui un artista può associare una sua opera. Questo spinge l’innovazione anche nel campo artistico, che si avvicina sempre più al campo tecnologico. Ad esempio, sta crescendo la richiesta di arte generativa, usata molto nella creazione di token che rappresentino avatar variabili, ormai integrabili anche in un profilo Twitter. Chi vuole ottenere un NFT rappresentante un avatar lo fa spesso per segnalare il possesso di una data identità e l’appartenenza a un gruppo, che spesso è anche simbolo di ricchezza se si possiede un pezzo di una collezione costosa.
Data la trasparenza e la programmabilità dei token, tutti possono vedere le collezioni possedute da un dato address Ethereum e si possono sviluppare servizi ad hoc per i possessori di token. Ad esempio, chi possiede uno dei “CryptoPunks” può usarlo come garanzia per avere prestiti in stablecoin, oppure chi possiede un “Bored Ape Yacht Club” ha i vantaggi di chi possiede una tessera di un club esclusivo.
Alcune aziende che vendono prodotti, come capi di abbigliamento, hanno capito che nel metaverso vi sarà un legame nuovo fra oggetti fisici e digitali e sarà importante il concetto di possesso di un asset trasferibile in modo trasparente. Rivolgendosi alla nicchia di collezionisti crypto-consapevoli, hanno iniziato a vendere degli NFT che, oltre ad avere valore artistico dell’opera d’arte associata, possono essere usati come coupon scambiabili con vestiti fisici in edizione limitata.
Se un’azienda vuole capire come posizionarsi in modo efficace, può seguire due strade diverse ma convergenti. Può iniziare a valutare come usare gli NFT nel proprio business e con clienti che già possiede oppure può partire con un approccio di apertura al mondo crypto, chiedendosi come poter portare valore in questo ecosistema esistente, che continuerà a crescere e creare sempre più consumatori e aziende crypto native con bisogni specifici.