Biodiversità e impresa: come orientarsi tra normative e framework in evoluzione | NTT DATA

mar, 09 settembre 2025

Biodiversità e impresa: come orientarsi tra normative e framework in evoluzione

Sulla biodiversità non esiste ancora un quadro regolatorio standardizzato e, per questo motivo, le organizzazioni si trovano oggi a dover operare in uno scenario complesso, rischiando di adottare strategie non al passo con le evoluzioni in questo ambito. Scopri in questo articolo come NTT DATA può supportare le aziende nel comprendere e adottare strumenti e soluzioni per gestire la biodiversità.

Perché la biodiversità deve entrare nelle strategie aziendali  

Negli ultimi anni, parallelamente alle iniziative volte a contrastare i cambiamenti climatici, molte aziende hanno iniziato ad adottare delle politiche per la protezione della biodiversità, comprendendo quanto i due temi siano strettamente interconnessi. Nel recente articolo “Top 10 Corporate Sustainability Piorities for 2025”, la Harvard Business Review ha evidenziato come la biodiversità sia entrata tra le dieci priorità aziendali del 2025, tra le quali si trovano anche la gestione delle risorse idriche, la strategia climatica e la compliance con le normative ESG. Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di “biodiversità”? La Convention on Biological Diversity, trattato globale per la conservazione della diversità biologica adottato nel 1992 a Rio de Janeiro, la definisce come la variabilità degli organismi viventi di ogni origine ed i complessi ecologici di cui fanno parte, inclusa la diversità nell’ambito delle specie e tra le specie degli ecosistemi. Ecco perché la biodiversità non è un concetto lontano o teorico, ma una dimensione concreta che influenza tanto l’ambiente quanto l’economia.

È importante sottolineare, infatti, che l’erosione degli ecosistemi si traduce in rischi concreti per la stabilità finanziaria, la continuità operativa e la catena del valore delle imprese. Questa crisi ha evidenziato la necessità di definire alcuni framework per incentivare e standardizzare il monitoraggio e la trasparenza in materia di biodiversità a livello aziendale. Tuttavia, destreggiarsi tra le numerose nuove sigle e linee guida non è semplice. Per le aziende diventa difficile capire quali strumenti adottare, con quale priorità, e come integrare la biodiversità nelle strategie e nei processi interni. 

In questo contesto, NTT DATA affianca le organizzazioni nella comprensione e adozione di questi strumenti, grazie a un’offerta integrata di consulenza strategica e soluzioni tecnologiche. 

Un ecosistema normativo in evoluzione 

Oggi le aziende si trovano di fronte a un quadro regolatorio e di standardizzazione ancora in costruzione, dove linee guida internazionali si intrecciano con normative europee e iniziative di settore. La biodiversità non ha ancora un accounting standard unico e consolidato come avviene, ad esempio, per il carbon footprinting, e ciò rende più complesso l’allineamento. 

Esistono però framework riconosciuti a livello internazionale, come Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD), Science Based Targets for Nature (SBTN), o il Natural Capital Protocol, che stanno guadagnando sempre più consenso e che potrebbero costituire la base per future regolamentazioni. La recente Nature Restoration Law europea, pur imponendo obblighi agli Stati membri e non direttamente alle aziende, rappresenta un segnale normativo forte: la biodiversità è ormai parte dell’agenda strategica dell’Unione Europea.

In questo scenario, il rischio maggiore per le aziende è restare ferme, sottovalutando l’evoluzione di un contesto che richiede capacità di adattamento, visione strategica e strumenti concreti.  

La biodiversità come leva strategica e di analisi del rischio

Parlare di biodiversità in ambito aziendale non significa fare scelte simboliche o reputazionali. Al contrario, significa affrontare in modo concreto: 

  • la disponibilità futura di risorse naturali da cui dipendono molte attività economiche; 
  • la resilienza delle supply chain in territori ad alto valore ecologico; 
  • la compliance normativa, sempre più vincolante nei settori ad alto impatto; 
  • la preferibilità per gli investitori, che già includono indicatori nature-related nei criteri ESG. 

    Gestire la biodiversità significa, quindi, identificare i rischi materiali e trasformarli in opportunità: proteggere gli ecosistemi in cui si opera garantendo la preservazione delle risorse critiche, anticipare le evoluzioni normative, innovare prodotti e processi, accedere a finanziamenti dedicati, migliorare la relazione con stakeholder pubblici e privati.

I principali framework di riferimento 

a. Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD) 

Il TNFD è il framework più strutturato oggi disponibile per valutare e rendicontare rischi e opportunità legati alla natura. Evoluzione “nature-focused” del TCFD, si basa su un approccio a quattro fasi, il cosiddetto metodo LEAP (Locate, Evaluate, Assess, Prepare), per guidare le aziende nella raccolta dati e nella disclosure. 

Pur essendo attualmente volontario, il TNFD è già stato adottato da grandi gruppi finanziari e industriali e si ipotizza che possa diventare uno standard normativo da integrare nelle attuali politiche di sostenibilità europee. Per chi ha già iniziato un percorso ESG strutturato, rappresenta un naturale passo evolutivo.

b. Natural Capital Protocol 

Sviluppato dalla Capitals Coalition, il Natural Capital Protocol fornisce un approccio metodologico per identificare, misurare e valutare le dipendenze e gli impatti sulla natura lungo tutta la catena del valore. 

È particolarmente utile per le aziende che vogliono quantificare il valore della natura nei processi decisionali, e per chi desidera integrare questi dati nel reporting TNFD. Sono disponibili guide settoriali per il finance, il tessile, il forestale, oltre a un modulo specifico sulla biodiversità.

c. Science Based Targets for Nature (SBTN) 

La Science Based Targets Network supporta le aziende nella definizione di target misurabili, realistici e allineati alla scienza in ambito biodiversità. Il processo in cinque fasi aiuta le imprese a passare da una fase di mappatura e valutazione all’attuazione concreta di obiettivi di conservazione o ripristino. 

Complementare al TNFD, l’SBTN fornisce strumenti per passare dalla misurazione all’azione, e offre un benchmark pubblico delle aziende che hanno già pubblicato i propri target. 

L’Europa al centro del cambiamento 

Con la recente approvazione della Nature Restoration Law, l’Unione Europea ha introdotto target vincolanti per gli Stati membri sul ripristino degli ecosistemi degradati, dai fiumi ai suoli agricoli. Sebbene non imponga obblighi diretti alle aziende, questa norma rappresenta un forte indirizzo politico: la natura entra a pieno titolo tra le priorità strategiche europee. 

Strumenti come la rete Natura 2000 e le linee guida nazionali per il monitoraggio ambientale sono già oggi fondamentali per chi opera in settori ad alta interazione con il territorio (infrastrutture, energia, agroalimentare). NTT DATA può supportare l’integrazione di questi strumenti nei processi di analisi, valutazione d’impatto e reporting.

Conclusione: come NTT DATA può supportare il cambiamento

Affrontare il tema della biodiversità richiede competenze multidisciplinari, accesso a dati affidabili, capacità di interpretare scenari normativi complessi e una visione strategica. Non si tratta solo di garantire conformità, ma di prepararsi al futuro, rafforzare la resilienza e mantenere la competitività.

NTT DATA supporta i clienti nella definizione del proprio posizionamento rispetto ai principali framework, sviluppando percorsi su misura che integrano advisory, strumenti analitici e soluzioni di monitoraggio. Nelle prossime pubblicazioni approfondiremo le tecnologie che l’azienda mette a disposizione per accompagnare concretamente questa transizione.  

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