A cura di Carmine Paragano, Senior Engagement Manager
Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento. La pandemia da Coronavirus ha accelerato un processo che era già in corsa e che ormai non è più reversibile. Questo vuol dire che tanti aspetti del lavoro aziendale, che per decenni sono rimasti uguali a loro stessi, rispondendo sempre alle stesse dinamiche ed esigenze, stanno radicalmente cambiando grazie all’uso delle tecnologie. In questo contesto la governance aziendale e la conseguente governance di progetto assumono ancora maggiore importanza, diventando centrali per raggiungere l’obiettivo di creare valore per l’azienda.
Il concetto di governance
Quando parliamo di governance dei progetti, parliamo dell’anello di congiunzione tra la strategia e il progetto. Ha la funzione di controllare quale sia l’andamento e lo sviluppo di un singolo progetto, e al tempo stesso accertarsi che questo sia sempre in linea con la strategia. Per fare una metafora che aiuta a comprendere questo sistema, se la strategia indica la direzione da seguire e il progetto è il mezzo per farlo, la governance ha il compito di fare in modo che non si sbagli strada, è il gps di ogni azienda, che si accerta costantemente che ci sia sempre coerenza e corrispondenza tra questi due aspetti.
Nel suo essere a metà strada tra la strategia e il progetto, la governance dei progetti riesce a colmare le lacune di entrambe: rispetto alla strategia ha il compito di trovare la giusta dimensione e dare concretezza alla vision aziendale attraverso il supporto alla realizzazione di ciò che non esiste ancora; rispetto al progetto invece ha al suo interno il concetto di time to market, ovvero l’anima economica e temporale. Se è fondamentale che un progetto sia pronto in un preciso arco temporale, la governance deve assicurarsi che chi si occupa degli aspetti tecnici della realizzazione del progetto sia in linea con le tempistiche di mercato, così da non rendere vano l’investimento economico. Queste dinamiche, che fino a qualche tempo fa erano caratterizzate da regole più consolidate, strutture più fisse in un contesto maggiormente burocratico, oggi sono cambiate. Il mondo in generale, e in particolare modo il mercato, è liquido, instabile, in continuo cambiamento, supportato dagli sviluppi tecnologici; ecco che allora la governance diventa ancora più centrale perché ha come fine principale quello di adattarsi al contesto; correggere, modificare e cambiare se le esigenze evolvono. È importante sottolineare che chi si occupa di governance non ha solo il compito di vigilare e controllare che tutto vada per il meglio, ma anche di guidare il cambiamento, suggerire e correggere.
Le 5 caratteristiche della governance modello
Una governance dei progetti corretta e produttiva deve quindi sempre rispondere a determinate caratteristiche che le permettano di essere efficace e funzionale alla realizzazione della vision aziendale. Il primo aspetto, quello centrale, è quello di garantire che gli obiettivi del progetto siano allineati a quelli strategici, in contatto con la governance aziendale. La strategia deve essere il punto di partenza di ogni progetto, l’aspetto che indica costantemente la direzione da seguire e quindi la governance non deve mai perderla di vista. Se non si sa dove bisogna andare, diventa complicato raggiungere un obiettivo. Lo scopo della strategia è creare valore per l’azienda: ecco quindi il secondo focus che la governance non deve mai tralasciare. Il risultato finale è tutto, è quindi fondamentale sapere quando è bene investire su un progetto e quando invece è più opportuno chiuderlo perché non più utile all’azienda. In virtù poi di quella liquidità del contesto lavorativo di cui parlavamo, la governance deve essere adattiva e snella: per correggere in corsa e modificare i progetti, qualora il contesto esterno lo richieda e, perché questo accada in tempi e modalità utili, il processo decisionale deve essere semplice, rapido, veloce, appunto snello. L’ultima qualità è quella che chiude il cerchio: ovvero il concetto di attenzione al progetto. La governance non deve mai distaccarsi dal suo ruolo di supervisione e supporto ai progetti: senza questo, la governance diventa fallace e difficilmente l’azienda potrà lavorare con positività.
Tutto questo è valido nelle aziende grandi, dove è importante che i dipendenti non si limitino “al compitino” ma si sentano parte integrante del processo produttivo; ma è ancora più importante nelle aziende medio-piccole, dove la disponibilità economica e di investimento è ridotta e quindi è vitale che ogni risorsa venga direzionata nella giusta maniera. E questo, senza una governance di progetto efficace e attenta, diventa impossibile.