Tecnologia e calcio: come entrare nel futuro | NTT DATA

mar, 30 novembre 2021

Tecnologia e calcio: come entrare nel futuro

Il connubio tra tecnologia e calcio sta diventando sempre più forte: tifosi, club e arbitri possono sfruttarla a proprio vantaggio

A cura di Nazario Martino, Vice President & Client Manager Energy & Utilities

L’introduzione della VAR, le nuove tecniche d’allenamento, i tanti strumenti digitali per fare scouting di calciatori in ogni angolo del mondo, fino agli stadi moderni e ai tanti servizi che possono offrire. La tecnologia è ormai sbarcata anche nel mondo del calcio e la sua presenza non è più un elemento del futuro, ma già del presente. Le squadre di calcio, i tifosi ma anche la terza componente di questo sport, ovvero gli arbitri, si stanno abituando a considerare le innovazioni tecnologiche come un fattore ormai irrinunciabile: la direzione è stata segnata e non è più possibile tornare indietro. La tecnologia supporta nuove tecniche di allenamento ed estrapola degli “insight” grazie all’analisi della partita; permette al tifoso di vivere un’esperienza più inclusiva e completa allo stadio; consente ai calciatori di monitorare le proprie performance e migliorarle ed infine aiuta gli arbitri a limitare gli errori di valutazione e a vedere con maggiore sicurezza situazioni di gioco altrimenti di difficile interpretazione. Un processo che è partito di recente ma che viaggia a grande velocità, trasformando il calcio, come sport e come prodotto socio-economico, in qualcosa di nuovo e differente rispetto a quello che è stato per decenni. 

La fruizione della partita e lo stadio 
Partiamo da chi tiene vivo il calcio: i club e i tifosi. Le squadre di calcio sono ormai realtà molto più complesse e articolate già solo rispetto a 15 anni fa. I club sfruttano la tecnologia in due modi principalmente: per migliorare il rendimento tecnico della squadra e per riuscire a offrire un’esperienza sempre migliore ai propri tifosi. Già oggi le partite vengono analizzate, anche in tempo reale, da software che permettono di osservare come si sta muovendo la squadra sul terreno di giuoco, quali giocatori stanno rendendo al massimo e chi è sottotono. Attraverso strumenti presi in prestito dalla fluidodinamica (come ad esempio il diagramma di Voronoi) è possibile analizzare l’occupazione degli spazi dei giocatori in campo e costruire quindi un vero e proprio modello in grado di descrivere il predominio territoriale di una delle due squadre. Non sorprende più se squadre come il Manchester City di Guardiola ingaggino astrofisici come supporto allo staff tecnico per l’analisi di questi dati. Tutto questo produce una grande mole di dati che poi serve, a partita conclusa ed in alcuni casi durante il corso della stessa, per capire dove la squadra possa migliorare, come perfezionare gli allenamenti, oltre a monitorare la condizione fisica dei giocatori.

Un’attenzione quindi rivolta alla squadra, ma che può anche essere spostata sullo stadio. Gli impianti sono la grande novità del calcio moderno, perché sono passati da essere delle semplici arene sportive a essere dei piccoli mondi in cui tutto può essere controllato, digitalizzato e reso “senziente” tramite l’utilizzo delle tecnologie dell’Internet of Things (sensoristica, automazione, controllo). La qualità del terreno di giuoco, la qualità del manto erboso, ma anche le uscite di sicurezza e tutte le infrastrutture come ristoranti, negozi e bar rappresentano aspetti fondamentali per uno stadio moderno. Aspetti che vogliono migliorare la funzionalità dello stadio allo scopo di attirare sempre più tifosi e accoglierli nella miglior maniera possibile, come se fossero degli ospiti e il club fosse il padrone di casa. La tecnologia oggi permette al tifoso di avere tutte le informazioni per godersi la partita al massimo. Grazie alla connettività sempre disponibile, i tifosi potrebbero già avere la possibilità di prenotare panini e bibite tramite applicazione, oppure, in qualunque momento utilizzare i fan token, la nuova valuta digitale che molti club stanno adottando per ampliare ulteriormente i servizi. Ma non solo quello che succede dentro l’impianto, ma anche fuori: sapere quando c’è meno traffico, prenotare il monopattino elettrico per fare l’ultimo tratto di strada, migliorare l’ingresso tramite una veloce lettura del biglietto e, adesso, del Green pass. Se il tifoso diventa anche uno spettatore, le squadre di calcio possono iniziare a raccogliere una grande quantità di dati che permettano di conoscere di più e meglio i loro sostenitori: così facendo, è possibile fare offerte sempre migliori e mirate; conoscere, e quindi monetizzare, al massimo i propri tifosi, che si sdoppiano diventando anche pubblico, spettatori, visitatori. 

Il connubio tra tecnologia e calcio diventa sempre più forte

Il mondo arbitrale 
Nonostante tante perplessità, che resistono ancora oggi, il VAR è ormai entrato nel calcio moderno e oggi pensare di assistere a una partita nel mondo professionistico senza questo supporto tecnologico è anacronistico. Si tratta di un’innovazione talmente forte e invasiva che ormai non è più possibile tornare indietro. In futuro, questa tecnologia può essere ancora migliorata e ampliata: a conferma della sua importanza per il mondo del calcio, proprio negli scorsi giorni la Lega Serie A ha deciso di creare un proprio centro unico a Lissone, così da omogenizzare l’analisi e ottimizzare il lavoro. Prossimamente, il software per supportare l’arbitraggio può fare ulteriori passi in avanti, offrendo modelli ad esempio per individuare posizioni di fuorigioco senza la necessità di replay in sala VAR ma autonomamente, limitando ancora di più la possibilità d’errore. Oggi tutto questo riguarda solo il calcio al suo massimo livello, ma per un effettivo step in avanti questo modello deve essere trasportato anche nelle serie inferiori: in Italia, ad esempio, le partite di Serie D vengono trasmesse in diretta sui canali Facebook delle squadre. Da qui il passaggio a una tecnologia migliore, che offra nuove possibilità sia dal lato sportivo sia manageriale, è breve, ma ci deve essere la volontà di farlo. In generale, un sistema di Intelligenza Artificiale può essere applicato a tutto il mondo arbitrale: si possono creare dei software, che tengano conto di tantissimi parametri, per designare la terna arbitrale potenzialmente migliore per ogni partita. Si garantirebbe un’imparzialità assoluta e si toglierebbe adito alle lamentele e speculazioni, che ancora abbondano in questo sport. Anche per quanto riguarda la formazione dei direttori di gara avere un supporto tecnologico basato sulla Computer Vision rappresenterebbe un grande passo in avanti: i sistemi informatici potrebbero raccogliere casi di difficile interpretazione regolamentare, da ogni angolo del mondo, così da offrire agli arbitri del materiale formativo efficace ed esaustivo. Sfruttando algoritmi come quelli di Yolo o Mask R-CNN sarebbe possibile riconoscere specifiche situazioni di gioco (es. contatti fisici, analisi dei movimenti etc.) fornendo così degli strumenti che lascerebbero poco spazio agli errori interpretativi.

In conclusione, è bene tenere presente quale sia il limite tra innovazione tecnologica ed esperienza sportiva, perché altrimenti lo sport rischia di allontanarsi da ciò che oggi appassiona milioni di persone in tutto il mondo. Se però non si perde il senso di questo confine, la tecnologia può essere un importante alleato dei tifosi, delle squadre e dei club. Non domani, ma già oggi. 


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