La realtà aumentata incontra l'arte
A cura di Marco De Simone, Responsabile XR della Service Line IoT, VR & AI
È partito recentemente il restauro del mosaico della Battaglia di Isso, che racconta il più grande assalto militare di Alessandro Magno ed è custodito al museo Mann di Napoli. Si tratta di un’opera da due milioni di tessere per diciotto metri quadrati di colori e disegni. Un’opera superba forgiata per il ricchissimo proprietario della Casa del Fauno di Pompei. Ora quest’opera, ritrovata nel 1830, deve affrontare un restauro storico e conservativo che possa consolidarne la resistenza anche per gli anni a venire.
Ma vista la grande straordinarietà dell’opera, anche le operazioni di restauro non potevano essere da meno e per garantire un futuro al mosaico è stata utilizzata una tecnologia speciale, nata dalla collaborazione tra NTT DATA e TIM, che può cambiare il lavoro di tanti esperti in tutto il mondo.
Gli smart glass per la realtà aumentata
Tramite gli smart glass forniti da TIM e alla tecnologia sviluppata da NTT DATA, i restauratori che stanno lavorando sul mosaico possono vivere un’esperienza tutta nuova e senza precedenti. Con questi strumenti infatti è possibile osservare l’opera in realtà aumentata, il che vuol dire avere nel proprio campo visivo e direttamente sul mosaico una grande quantità di informazioni provenienti da analisi diagnostiche che sono state realizzate in precedenza.Così si può tenere sempre ben presente lo stato della parete sotto le tessere in modo da indirizzare le operazioni nella giusta via. È una vera e propria “tac” dell’opera che viene osservata tramite dei raggi X che consentono di conoscere ogni dettaglio e lo stato di salute di tutte le componenti del mosaico. Si tratta di un grande vantaggio cognitivo per gli esperti, che così possono godere e fruire di dati tecnici e scientifici mentre si confrontano con l’opera. Il lavoro così diventa automaticamente più efficiente e performante.
È evidente come, per un settore dal valore intrinseco nel contesto italiano come quello del restauro, poter contare su un supporto tecnologico così avanzato apre scenari tutti nuovi in merito alle modalità di intervento sulle opere. Con questi occhiali l’operatore ha la possibilità di conoscere in tempo reale, e tenere costantemente sotto osservazione, lo stato di salute dell’opera in ogni sua componente, che sia interna, retrostante o superficiale.
I possibili sviluppi futuri
Una tecnologia così potente è in grado di aprire scenari del tutto nuovi, sia nel lavoro dei restauratori sia nel modo in cui gli spettatori possono approcciarsi all’arte.
In questa prima fase sperimentale, gli operatori si sono basati su dati raccolti in precedenza dall’Università del Molise, numeri quindi figli di una ricerca e un’attività scientifica. Se questa attività venisse svolta con altre tecnologie che permettano di raccogliere dati di secondo livello, ecco che potrebbero nascere nuovi modi di operare, garantendo a chi lavora sull’opera di tenere conto di dati e analisi ancora più approfondite.
Ma queste novità possono portare dei vantaggi anche agli spettatori, non appena sarà possibile tornare nuovamente nei musei e nelle gallerie. L’approccio divulgativo infatti va di pari passo con quello scientifico: gli spettatori, entrando nel mondo della realtà aumentata, potrebbero conoscere in tempo reale sempre più dettagli dell’opera. La stessa narrazione e spiegazione dell’arte potrebbe essere stravolta - in positivo - da questo nuovo approccio. L’aggiunta dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale possono consentire ulteriori sviluppi interessanti: si possono creare esperienze di visita condivise o consentire a più esperti di intervenire contemporaneamente sulla stessa opera. Questa tecnologia apre una serie infinita di possibilità, dando un’idea di come in futuro si potrà trasformare il nostro modo di studiare il passato.