Di recente ho avuto l’opportunità di partecipare a una masterclass sulla sostenibilità nel settore manifatturiero, organizzata dal Manufacturing Leadership Council. Il confronto ha toccato temi come i digital twin, l’ottimizzazione della supply chain e l’importanza di integrare la sostenibilità nelle pratiche fondamentali del business.
Al termine della discussione, alcune riflessioni mi sono rimaste particolarmente impresse e desidero condividerle. Sono spunti utili per qualsiasi organizzazione che voglia diventare più resiliente ed efficiente.
Da obbligo a opportunità
In passato la sostenibilità era spesso considerata una semplice casella da spuntare per soddisfare regolatori e stakeholder. Oggi questa visione è cambiata radicalmente. La sostenibilità è riconosciuta come un potente motore sia di efficienza operativa sia di crescita del fatturato.
Secondo il Global GenAI Report di NTT DATA, quasi due terzi delle organizzazioni prevedono di effettuare investimenti significativi in tecnologie emergenti come la GenAI nel biennio 2025–2026, con i dirigenti C-level che collocano la sostenibilità tra le prime tre motivazioni di questi investimenti.
In particolare, i produttori stanno comprendendo che una sostenibilità pragmatica, fondata su ROI e resilienza, genera benefici concreti. Riduzione degli sprechi, ottimizzazione dei consumi energetici e supply chain più intelligenti non sono solo scelte responsabili, ma anche ottime decisioni di business.
Integrare la sostenibilità fin dall’inizio
Un tema centrale della masterclass è stato chiaro: la sostenibilità non può più rimanere ai margini. Deve essere intrecciata nel tessuto stesso del modo in cui le organizzazioni operano, così come le funzioni di qualità e sicurezza sono diventate standard negli ultimi decenni. Questo significa passare da progetti “green” isolati a un’integrazione diffusa delle pratiche di sostenibilità in tutta l’organizzazione.
Significa anche che la leadership deve dare l’esempio. Senza un impegno chiaro da parte del top management, le iniziative di sostenibilità rischiano di essere frammentate o di perdere priorità.
Proprio come Six Sigma, una metodologia rigorosa e data-driven per migliorare i processi e ridurre i difetti, ha richiesto il coinvolgimento dell’intera organizzazione, oggi la sostenibilità richiede lo stesso livello di partecipazione attraverso formazione, metriche di performance e responsabilità ben definite.
I dati in tempo reale cambiano le regole del gioco
Uno degli sviluppi più rilevanti è il ruolo dei dati in tempo reale nel rendere la sostenibilità realmente operativa. I report annuali tradizionali offrono solo una visione retrospettiva, mentre gli insight in tempo reale consentono di intervenire, ottimizzare e innovare nell’immediato.
Si pensi ai digital twin. Creando una replica digitale di uno stabilimento produttivo o di una supply chain, le organizzazioni possono monitorare i consumi energetici, prevedere i guasti degli impianti e testare miglioramenti in ottica di sostenibilità prima di effettuare investimenti in conto capitale.
Le ricerche di NTT DATA mostrano che il 96% delle organizzazioni concorda sul fatto che la combinazione di digital twin e AI possa ottimizzare le performance degli asset fisici e la resilienza della supply chain. I dati logistici in tempo reale permettono inoltre di ottimizzare i percorsi di trasporto, ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza delle consegne, con un impatto positivo anche sui costi.
Ripensare la catena del valore
Durante il confronto, i miei colleghi hanno sottolineato che la sostenibilità riguarda non solo la riduzione dell’impatto ambientale, ma anche la riprogettazione dei processi di business nel loro complesso. Approvvigionamento, progettazione dei prodotti, servizi post-vendita: ogni fase offre opportunità per ridurre emissioni e costi.
Un esempio apparentemente semplice è la fornitura di laptop e dispositivi ai dipendenti.
Tradizionalmente, i dispositivi venivano spediti più volte, configurati manualmente e sostituiti in caso di guasto. Ripensando questo processo — ad esempio automatizzando il provisioning in fabbrica, consolidando le spedizioni e privilegiando il refurbishing rispetto alla sostituzione — le organizzazioni possono ridurre in modo significativo costi ed emissioni. Inoltre, la telemetria dei dispositivi in tempo reale consente un monitoraggio proattivo e una manutenzione basata sulle condizioni effettive.
È un piccolo esempio di come la riprogettazione operativa, allineata agli obiettivi di sostenibilità, possa generare valore misurabile.
Scegliere le metriche giuste
Le metriche contano. Troppo spesso le organizzazioni misurano la sostenibilità attraverso indicatori aggregati, come le emissioni totali. Sebbene utili per il reporting, queste misure non incentivano pratiche più intelligenti.
Un approccio più efficace è l’uso di metriche di intensità, come le emissioni per unità prodotta o per dipendente servito. Questi indicatori, sui quali i manager hanno un controllo diretto, allineano sostenibilità e crescita del business. L’obiettivo non è ridurre l’impatto ambientale semplicemente ridimensionando l’attività, ma farlo continuando a crescere.
Qualità dei dati senza attendere la perfezione
La qualità dei dati rappresenta da sempre una sfida. Dataset perfetti sono rari e attendere numeri impeccabili significa solo rimandare l’azione. Un approccio più pragmatico consiste nello stabilire una baseline e misurare i miglioramenti nel tempo, consentendo alle organizzazioni di agire subito.
Come per l’adozione dell’AI, la sostenibilità richiede iterazione: partire da ciò che si ha, migliorare continuamente e costruire nel tempo fiducia nei dati.
Il ruolo dell’AI e delle tecnologie emergenti
L’AI introduce nuove opportunità, ma anche nuove responsabilità. Da un lato, consuma grandi quantità di energia, sollevando interrogativi sulla sua impronta ambientale. Dall’altro, può favorire la sostenibilità attraverso la manutenzione predittiva, l’ottimizzazione delle supply chain e il monitoraggio della conformità normativa, come nel caso delle nuove regole europee sulla deforestazione.
Secondo il GenAI Report di NTT DATA, il 94% delle organizzazioni sta già adottando pratiche di gestione dei dati a maggiore efficienza energetica per ridurre le esigenze di storage e calcolo, e il 91% richiede oggi ai nuovi fornitori di AI il rispetto di standard di sostenibilità.
L’AI potenzia inoltre strumenti come i carbon calculator, trasformando dati grezzi in insight azionabili. La combinazione di AI ed esperienza umana consente alle organizzazioni di modellare scenari, testare strategie e anticipare i rischi in modo molto più efficace rispetto agli approcci tradizionali.
Guardare avanti: azioni concrete
Cosa significa tutto questo per i leader che vogliono accelerare la sostenibilità nelle loro organizzazioni?
- Renderla centrale, non marginale: trattare la sostenibilità come qualità e sicurezza, integrandola in tutta l’organizzazione.
- Investire nei dati in tempo reale: utilizzare digital twin, IoT e analytics avanzati per agire sugli insight nel momento in cui emergono.
- Concentrarsi sulle metriche di intensità: incentivare pratiche più intelligenti, oltre alla semplice riduzione dei totali.
- Bilanciare pragmatismo e progresso: non attendere dati perfetti; iniziare oggi e migliorare nel tempo.
- Sfruttare l’AI in modo responsabile: usarla sia per ridurre l’impronta ambientale sia per rafforzare i processi decisionali.
Il momento di agire è ora
La masterclass ha ribadito che la sostenibilità è al tempo stesso una sfida di innovazione e un’opportunità di creazione di valore. Le organizzazioni che la integrano nel proprio DNA rendono le loro operazioni future-proof e costruiscono un vantaggio competitivo duraturo.
In un’economia sempre più guidata dall’AI, la sostenibilità sta diventando un fattore determinante di agilità, resilienza, fiducia e crescita. Chi riconosce questo cambiamento e agisce ora sarà in prima linea.
COSA FARE ORA
Guarda la masterclass: From compliance to value: Transforming manufacturing sustainability with real-time data.