Donne in Tech: Storia di Enrica in ambito STEM | NTT DATA

lun, 08 marzo 2021

Nelle STEM ho visto il futuro: la storia di Enrica

Essere una delle poche donne in un settore innovativo a volte presenta delle difficoltà, che si superano con determinazione e voglia di mettersi sempre in gioco.

Oggi racconta la sua storia Enrica Draperi, Head of Enterprise Resource Planning, Supply Chain & eCommerce

Oggi si sente molto parlare della necessità di avere più donne nelle professioni STEM: quando è stato il mio turno di decidere quale università frequentare, invece, il contesto era un po’ diverso. Avevo la passione per le materie scientifiche ma, da figlia di insegnanti, non volevo intraprendere un percorso che sembrava segnato e, dopo gli studi, speravo di entrare nel mondo aziendale. Così mi sono interessata a quella che allora veniva ancora chiamata Scienze dell’Informazione, uno studio che sentivo sarebbe stato fondamentale per il futuro della tecnologia. 
Non è stata una scelta facile, visto che in famiglia tutti si aspettavano che intraprendessi la strada dell’insegnamento.

Mi ricordo ancora quando mi sono trovata sul comodino il libro per preparare il concorso: non l’ho neanche aperto e l’ho spostato da un’altra parte, facendo subito capire che quella non sarebbe stata la mia strada.

In un certo senso sono stata un po’ una pioniera: Scienze dell’Informazione era un corso nuovo, disponibile in poche università, per questo mi sono trasferita a Torino. Anche andare a vivere da sola in una città che non conoscevo non era una scelta così scontata, in anni in cui gli studenti fuorisede non erano ancor la normalità. Sono stati quattro anni sicuramente impegnativi, sia per i ritmi di studio sia per la vita da fuorisede e per questo, una volta laureata, speravo di trovare lavoro vicino a casa, a Savona.

Da piccoli ostacoli nascono nuove opportunità
Il mio primo impatto con il mondo aziendale non è stato molto incoraggiante, anche perché per la prima volta mi sono scontrata con un ostacolo che non aveva per niente a che fare con le mie capacità: il fatto di essere una ragazza. Proprio perché l’informatica era ancora agli albori (basti pensare che in quegli anni c’erano i primi prototipi di personal computer, grandi come una valigia!) c’erano pochi laureati nella mia materia, ma in alcuni colloqui percepivo un certo stupore per il fatto che una ragazza volesse intraprendere quel tipo di carriera.
Nonostante qualche risposta negativa, non mi sono fatta scoraggiare da questi piccoli ostacoli: ho trovato lavoro prima a Torino, poi mi sono trasferita a Milano perché la città e le sue mille possibilità mi affascinavano. Da allora non me ne sono più andata. 
Mi sono sempre trovata a lavorare in ambienti maschili, collaboravo con sistemisti e operatori di sala macchine, ma non mi sono mai sentita trattata diversamente dai colleghi: credo che in parte sia dipeso anche dalla mia disponibilità nel condividere ciò che sapevo e il non aver posto barriere o vincoli nei rapporti professionali mi ha ripagata. 

Con l’esperienza, però, ho capito che se volevo perseguire la carriera che sognavo fin dall’inizio dell’università dovevo uscire dalla mia comfort zone.

Parola d’ordine: cercare nuove sfide

Nel 2015 sono arrivata in NTT DATA e mi sono subito trovata ad affrontare una sfida non facile: costruire un centro di competenza ERP in un’azienda in cui questo tipo di offerta ancora non esisteva. L’idea mi piaceva, perché avevo la possibilità di mettermi davvero alla prova con qualcosa di nuovo per quel contesto, ma allo stesso tempo sentivo il peso della responsabilità e della fiducia che mi erano state date fin da subito. 4 anni dopo abbiamo ottenuto il riconoscimento come SAP Gold Partner, segno che il mio impegno e quello di tutto il team hanno portato degli ottimi frutti.

Se ripenso a quando sono arrivata la mia area è cresciuta tanto, solo lo scorso anno sono arrivate più di 50 persone: veder arrivare i giovani e farli crescere professionalmente per me è una fonte di rinnovamento personale che mi permette di imparare da nuove esperienze e nuovi modi di vedere la realtà che ci circonda.
Se c’è una cosa che mi sento di dire alle ragazze (e ovviamente anche ai ragazzi) che si affacciano a questo mestiere che per me è anche una passione, è questa:

non dimenticate mai la voglia di imparare, la curiosità e non sentitevi mai arrivati, perché in ogni passaggio della vostra carriera ci sarà sempre l’occasione di sperimentare nuove realtà e di mettersi in gioco. L’importante è sempre seguire le proprie passioni.


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