Una vita con lo “zaino in spalla”: la storia di Alice | NTT DATA

mar, 22 febbraio 2022

Affrontare la vita con lo “zaino in spalla”: la storia di Alice

Da una grande passione per la cultura giapponese la spinta per trovare una casa dall’altra parte del mondo. Quando un’avventura finisce, però, la vita può avere qualcosa di nuovo da offrire a chi è pronto a uscire dalla propria comfort zone.

Oggi racconta la sua storia Alice Signorelli, Digital Marketing Specialist

Essendo nata in una famiglia di ingegneri, la tecnologia è sempre stata in qualche modo parte del mio background, ma fin da piccola le mie attitudini erano altre.
Il mio sogno era diventare una scrittrice e passavo le giornate a riempire quaderni di racconti di fantasia, immaginando mondi lontani e fantastici.
Un’altra mia grande passione erano le lingue straniere, quindi iscrivermi al liceo linguistico è stata una scelta abbastanza naturale.
Al quarto anno delle superiori ho iniziato a frequentare un corso serale di lingua giapponese e quell’estate sono andata per la prima volta a Tokyo a trovare un’amica di penna con cui mi scambiavo lettere dall’età di 14 anni. 

L’impatto con questa cultura così affascinante e diversa, che fino a quel momento avevo conosciuto solo tramite racconti e fumetti, ha avuto su di me un’influenza tale che, senza nessuna esitazione, l’anno successivo ho deciso di iscrivermi alla Facoltà di Lingue Orientali all’Università di Venezia e mi sono trasferita in questa magica città che io definisco “per anime antiche”.

L’università mi ha poi dato la possibilità di frequentare in Giappone l’ultimo trimestre prima della laurea triennale e ho colto al volo l’opportunità di ritornare a Tokyo, la città da cui ero rimasta folgorata anni prima.

Un biglietto di sola andata per la terra del Sol Levante
Quei tre mesi di studio in Giappone mi avevano cambiato la vita e ho capito immediatamente che io appartenevo a quel mondo. 
Sono rientrata a Venezia giusto per laurearmi e fare la foto con la corona di alloro, per poi ripartire per Tokyo con un biglietto di sola andata. Invece di iscrivermi alla magistrale a Venezia avevo deciso di continuare gli studi direttamente in Giappone, in quel Paese in cui ormai mi sentivo a casa e dove mi ero costruita relazioni e amicizie. 
Una così grande motivazione e l’entusiasmo travolgente con cui vivevo le mie giornate non potevano che portare con sé una cascata di esperienze uniche e irripetibili. Ero tornata a Tokyo da poche settimane quando, per una serie di coincidenze, mi è stato proposto di prendere parte alla conduzione di un programma televisivo ed entrai così nel mondo dei media. 
Da lì mi sono appassionata all’ambito della televisione a 360 gradi, sia davanti che dietro alle telecamere, collaborando alla creazione di contenuti, traduzione di materiale e stesura di sottotitoli.
A poco più di 20 anni mi ero in un attimo trovata a vivere la vita più bella che avrei mai potuto sognare.
Mi destreggiavo tra lavoro in televisione, insegnamento della lingua italiana in scuole e università, attività di traduzione e correzione bozze, con la fortuna di poter gestire il mio tempo in maniera piuttosto flessibile.
Una tale libertà mi ha permesso di dedicarmi ad un’altra mia grande passione, ovvero i viaggi con lo zaino in spalla. Nonostante familiari e conoscenti mi mettessero in guardia perché pensavano che per una ragazza viaggiare da sola comportasse molti rischi, mi sono sempre sentita tranquilla e apprezzavo la possibilità di poter vivere il viaggio come un momento per me stessa, senza dover conciliare per forza i miei programmi con quelli di altri. Facendo sempre base in Giappone, ho avuto la possibilità di girare tutta l’Asia e parte dell’Oceania, visitando così alcuni dei luoghi più affascinanti della Terra, dalle isole Fiji ai templi indonesiani, spettacolari quando sorge il sole. 

Viaggiando da sola, amavo fermarmi a dormire negli ostelli perché sapevo che lì avrei potuto di incontrare altri viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ognuno con la propria storia da raccontare: alcuni sono diventati degli inaspettati compagni di viaggio, con cui ho affrontato una parte delle mie avventure, che ci legano ancora oggi con tanti bei ricordi.

Poi, per ragioni personali, ad un certo punto ho deciso di tornare in Europa.

Alla ricerca di un nuovo equilibrio in sospeso tra due mondi
Ero andata a Tokyo per un trimestre ed ero rimasta 6 anni, trasformandomi in un ibrido tra Occidente e Oriente, in equilibrio fra due mondi.
Non essendo pronta a rientrare direttamente in Italia, ho trascorso prima 6 mesi a Londra dove lavoravo per uno dei musical in scena nel West End.
Abitavo in un ostello e condividevo la camera con altre 8 persone, intrecciando così ancora una volta il mio percorso con ragazzi di tutte le nazionalità, alcuni dei quali erano in viaggio da anni.
Vedere da dietro le quinte il mondo del musical è stato affascinante e la vita a Londra era emozionante, ma il mio percorso doveva proseguire.

Sono rientrata a Milano consapevole che mi aspettava il faticoso mestiere di dover ricominciare tutto da capo in un Paese in condizioni economiche non facili, dove non conoscevo più nessuno e nei cui valori non mi identificavo. Tutto ciò che avevo imparato e tutte le esperienze all’estero sembravano improvvisamente inutili e lontanissime. Ero tornata in un mondo che in teoria doveva essere casa, ma che di fatto era sconosciuto.

Il cosiddetto “reverse culture shock”, la difficoltà di ricominciare da zero, la sensazione di essere tornata indietro in tutti i sensi, invisibile, diversa, sono stati devastanti, ma non avevo altra scelta che abituarmi.
Nella mia ricerca di lavoro, tra le tante aziende avevo inviato il mio curriculum anche a NTT DATA, poi la mia strada professionale ha momentaneamente preso una direzione diversa: ovviamente ancora non sapevo che avrei ritrovato NTT DATA sul mio percorso a distanza di qualche anno.
Grazie alla mia conoscenza delle lingue, ho poi trovato posto come segretaria in una società del settore Oil & Gas. Per la prima volta mi sono trovata a lavorare nel mondo aziendale, reinventandomi in un contesto completamente diverso rispetto a quelli in cui avevo lavorato in precedenza. 
L’impatto non è stato facile: inizialmente soffrivo l’impossibilità di gestire il tempo in maniera autonoma, finché infine mi sono abituata ed è diventata una nuova normalità.
Quattro anni fa sono poi entrata come assistente di direzione in everis Italia, che oggi è diventata NTT DATA.

Un (secondo) nuovo inizio
Durante la pandemia, mentre il mondo si trasformava, ho deciso di utilizzare il tempo in maniera costruttiva investendo su me stessa e riprendendo in mano sfide e progetti lasciati fino a quel momento in sospeso per mancanza di tempo, coraggio o motivazione. In quest’ottica di crescita personale, mi sono iscritta all’Istituto Europeo di Design per frequentare un corso serale di un anno sul Web Design, un argomento che mi affascinava anche perché mi permetteva di esprimere il mio lato creativo, una delle cose che mi mancava dei lavori che avevo fatto in precedenza, acquisendo allo stesso tempo competenze legate al digitale, che reputavo importanti per il mio futuro.
Non immaginavo che questa mia curiosità verso un argomento completamente nuovo si sarebbe tradotta in nuove responsabilità. Del tutto inaspettatamente dopo un po’ di tempo mi è stato chiesto se mi interessasse passare nel dipartimento di Marketing & Comunicazione e ho accettato immediatamente.
Avevo intravisto l’opportunità di poter tornare a scrivere per lavoro e imparare cose nuove, e non mi pareva vero.
È iniziato così un nuovo capitolo che dura tuttora.


Uscire dalla comfort zone non è mai facile, ma sono davvero contenta della mia scelta ed è tanta la curiosità di vedere dove mi porterà questa nuova avventura. Ho cambiato città e Paese tante volte e affrontato una varietà di lavori completamente diversi l’uno dall’altro, ma ognuno mi ha insegnato qualcosa che mi sono portata dietro nel capitolo successivo.

L’inizio di qualcosa implica inevitabilmente la fine di qualcos’altro, ma il cambiamento è una grande opportunità, se abbiamo il coraggio di accettare la sfida.
Ho imparato anche che, in una società che non ammette errori ed è implacabile verso il fallimento, è essenziale essere clementi con noi stessi e accettare che non tutti affrontiamo le stesse tappe nella nostra realizzazione personale. Questo percorso non è chiaro e lineare per tutti e bisogna sentirsi liberi di scegliere di cogliere le opportunità che si trovano sul proprio cammino anche quando divergono dalle aspettative che gli altri possono avere. Il “mai più” non esiste, la vita offre sempre un’altra possibilità a chi ha il coraggio di mettersi in gioco.


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