Donne in Tech: Storia di Luana tra Carriera e Famiglia | NTT DATA

mar, 24 ottobre 2023

Essere mamma non significa dover rinunciare ai propri sogni: la storia di Luana

Purtroppo, l’idea che lavoro e famiglia siano per le donne due mondi difficili da conciliare è ancora diffusa: quando si ha il giusto supporto, però, è possibile trovare il modo di non rinunciare alla propria realizzazione personale, senza perdere momenti importanti della propria vita familiare.

Dall’incontro tra una bambina e un computer nasce la passione per l’informatica

Oggi racconta la sua storia Luana Spadafina, Digital Engineer

Quando avevo sei anni mio papà mi ha regalato un Macintosh: quello è stato il vero colpo di fulmine con l’informatica. Era un computer che nel suo ufficio nessuno utilizzava più, ma per me ha significato l’inizio di una grande passione. Alle medie ho iniziato ad avvicinarmi a software come Word, Excel o Autocad; poi durante gli anni del liceo ho iniziato a sperimentare con i linguaggi di programmazione per il web. 
Dopo la laurea in informatica, ho iniziato subito a lavorare in una piccola realtà ed essendo in pochi, capitava di sconfinare in ruoli diversi dal proprio, magari facendo attività più amministrative o gestionali, una cosa che mi ha insegnato ad essere autonoma su molti fronti.

Nel frattempo, sono diventata mamma di due bimbi e con la nascita dell’ultimo mi sono sentita in una gabbia, perché era diventato sempre più difficile gestire gli orari di lavoro e gli impegni familiari. In quel periodo, a un certo punto, è stato il destino a bussare alla mia porta.

Ero stata contattata per un colloquio in NTT DATA e lì ho capito che era il momento di vedere cosa c’era al di fuori dell’azienda in cui avevo sempre lavorato, perché sentivo che la mia vita lavorativa non era più cucita su di me e che desideravo nuove opportunità, anche se avevo un bellissimo rapporto con i miei colleghi.

La scelta di non scegliere: come conciliare lavoro e famiglia

Il primo impatto con una grande realtà mi ha fatto notare quanto tutto fosse diverso rispetto a quello a cui ero abituata: ci sono ruoli e processi ben definiti, tutta l’organizzazione è strutturata in modo preciso. Non è stato solo un cambiamento dal punto di vista professionale, ma anche per la mia vita di mamma. Grazie al consiglio della mia team leader di allora, anche lei mamma, ho scoperto la possibilità di accedere ad un orario ridotto, che si è rivelato una vera svolta per la gestione familiare.
Come si può immaginare, infatti, lavorare a tempo pieno con un bambino ancora piccolo è pesante, perché bisogna trovare un aiuto esterno e non volevo sempre pesare sulle nonne, dato che anche loro hanno i loro impegni. Inoltre, quando uscivo dall’ufficio e tornavo a casa mi aspettavano ancora commissioni e faccende che non potevo rimandare e sentivo che mi mancavano le energie per dedicarmi ai bambini come avrei voluto.

Mia mamma mi vedeva sempre di corsa e mi diceva se ero davvero sicura di voler continuare con la carriera, ma non volevo credere che l’unica via di uscita fosse trovarmi per forza davanti a questa scelta. Di fronte a domande come questa, era evidente che ancora oggi l’aspettativa che le donne rinuncino al proprio lavoro per occuparsi della casa e della cura dei figli non è del tutto sparita, ma io volevo trovare un modo diverso di gestire la mia vita, un modo che non togliesse nulla a nessuno, nemmeno a me.

La scelta di usufruire della possibilità di un orario ridotto è stata la terza via che stavo cercando per trovare un equilibrio migliore, inoltre non mi ha tolto nulla dal punto di vista lavorativo, anzi, mi ha reso più organizzata. Quando sono tornata dal congedo parentale sono riuscita a gestire un progetto a livello mobile facendo anche formazione a una stagista, portando a termine tutto ciò che mi era stato assegnato. 
Certo, essere mamma non significa che non cambi nulla rispetto a prima: da quando ci sono i miei bambini, la mia scala delle priorità è completamente cambiata. Adesso cerco di dedicare gran parte del tempo libero a passare del tempo insieme ai miei figli, soprattutto con attività all’aperto che li divertano: confesso che passando gran parte della giornata al computer fa bene pure a me!

Crescere insieme seguendo le proprie passioni

Oltre a divertirmi con i miei figli, cerco di far capire loro che c’è un momento per il gioco e uno per il dovere e che il lavoro di mamma, anche se in alcuni giorni si svolge da casa, è importante tanto quanto quello di papà. Quando il più grande torna dall’asilo, sta con me tutto il tempo mentre lavoro o sono in call e sa che può giocare vicino a me senza interrompere quello che sto facendo.
Accorciare la mia giornata lavorativa e poter usufruire dello smart working, mi hanno aiutato a conciliare i vari aspetti della mia vita: ho il tempo di andare a prendere mio figlio all’asilo e di giocare con i bambini, senza essere sopraffatta dagli altri impegni. Sono felice di non essere stata costretta a scegliere tra lavoro e famiglia, perché penso sia un esempio positivo anche per i miei bambini. Man mano che diventano grandi hanno bisogno di essere guidati nel trovare la propria strada e io voglio essere presente il più possibile per loro, ma allo stesso tempo voglio dedicarmi alla mia realizzazione, perché quando cresceranno dovranno costruirsi la propria vita, così come io entrerò in una nuova fase della mia.


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