A cura di Nazario Martino, Client Manager Energy & Utilities
Automobili, scooter, monopattini e biciclette: il futuro della mobilità è elettrico.
Ci si trova in un’era di transizione, caratterizzata da una necessaria trasformazione della società, che, a partire dall’attuale modello economico, basato sulla logica di consumo delle risorse, produzione di rifiuti e di inquinamento e di dipendenza energetica dai combustibili fossili, ci sta traghettando verso un nuovo futuro più sostenibile caratterizzato dalla ricerca di soluzioni alle molteplici criticità ambientali e di strategie di adattamento ai loro effetti ormai irreversibili.
Tra le soluzioni più promettenti rientra sicuramente la mobilità in un’ottica più sostenibile, che permetterà al Sistema Paese di raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione massimizzando i benefici sociali, ambientali ed economici.
NTT DATA ormai da diversi anni ha deciso di scendere in campo con decisione in questo settore perché convinta che rappresenti un’opportunità per migliorare la società in cui viviamo e realizzare un futuro sicuramente più promettente: da quest’anno, a conferma di tale impegno, NTT DATA ha iniziato a collaborare con MOTUS-E, la prima associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali, del mondo accademico e dell’associazionismo ambientale e d’opinione per favorire la transizione del settore nazionale dei trasporti verso l’adozione massiva di mezzi sostenibili, attraverso la promozione della mobilità elettrica e dei benefici ambientali connessi.
In Italia la mobilità elettrica è sicuramente in crescita: ad oggi lo 0,25% delle auto che circolano nelle nostre strade è elettrico, e solo nel 2020 si è registrato un incremento del 4% di nuove immatricolazioni. Nonostante la diffusione dei veicoli elettrici sia ancora marginale, il trend è positivo: la sostenibilità applicata alla mobilità riguarda sia i veicoli privati che i mezzi pubblici, fattore questo che aumenta la possibilità d’impatto della cultura green sulla nostra società.
Le opportunità di business che si creano in questo ambito non riguardano solo la mobilità, ma anche i servizi informatici per migliorare l’esperienza utente, ad esempio attraverso la creazione di una sola applicazione che integri la possibilità di organizzare gli spostamenti con mezzi differenti, dalla prenotazione di un’auto elettrica a quella di un treno.
Se da una parte quindi i dati dell’ultimo periodo prospettano una tendenza positiva per le aziende che stanno investendo in questo settore, la strada è lunga e ci sono ancora molte criticità da risolvere perché la mobilità elettrica trionfi definitivamente su quella tradizionale.
I principali freni alla diffusione della mobilità elettrica, dai costi ai punti di ricarica
Il principale problema oggi è rappresentato dai costi ancora alti per l’utente finale, che fanno sì che le auto elettriche restino al momento un prodotto non accessibile a tutti. È molto probabile, tuttavia, che con l’ulteriore sviluppo delle tecnologie legate ai motori elettrici sarà funzionale alla riduzione dei prezzi dei veicoli, aumentando di conseguenza la fascia della popolazione in grado di dotarsi di un veicolo elettrico.
Quello economico però non è il solo ostacolo: un altro grande problema è rappresentato dalla mancanza di infrastrutture adeguate alla mobilità elettrica, soprattutto per le lunghe tratte in autostrada. Il numero di punti di ricarica, infatti, è ancora molto contenuto e quando ci sono non sempre sono in grado di fornire un servizio rapido. In termini di diffusione sul territorio il 57% delle infrastrutture di questo genere si trova nel nord Italia, mentre al centro e al sud ci sono solo rispettivamente il 23% e 20% dei punti di ricarica. Questo grande divario ovviamente ostacola la diffusione a livello nazionale delle auto elettriche, anche se un recente emendamento entrato in vigore lo scorso dicembre dispone la presenza di un punto di ricarica in autostrada ogni 50 chilometri: un passo sicuramente importante, ma non ancora decisivo.
Perché la mobilità elettrica si possa effettivamente affermare è fondamentale lavorare anche sui servizi collegati, creando per esempio una piattaforma unica nazionale che permetta agli utenti di sapere dove si trovano i punti di ricarica sul territorio. Oggi tutti i dati sono aggregati da singoli operatori, ma ancora non esiste una realtà che possa offrire una visione d’insieme e condivisa.
Inoltre è fondamentale che i sistemi, quando ci sono, funzionino alla perfezione: al momento il 20% delle infrastrutture che si possono trovare lungo le strade non funziona, non ha le necessarie autorizzazioni o non è affatto connesso ai gestori della rete. È chiaro come tali problematiche vadano risolte perché la mobilità elettrica faccia un passo decisivo in termini di diffusione.
Gli scenari futuri: verso città sempre più smart
È forte la consapevolezza che, al netto delle problematiche sopra elencate, le auto elettriche e una società green rappresentino l’unica strada per ridurre l’impatto ambientale dei nostri spostamenti. Le città del domani dovranno necessariamente essere sempre più smart ed ecologiche, cercando di abbassare le emissioni fino ad azzerarle. In un contesto urbano di questo genere, non sarà più necessario ricorrere alla limitazione della circolazione dei veicoli con targhe alterne o misure analoghe, perché la mobilità elettrica ridurrebbe in modo significativo le emissioni. Tanti brand automobilistici di livello globale stanno già investendo sulla tecnologia delle auto elettriche e con guida autonoma, alimentando così un circolo virtuoso che non può che portare benefici a tutti. Si va sempre di più verso un approccio che privilegia il servizio rispetto al prodotto: proprio in questa logica anche tutti i servizi di sharing - dalle auto, alle moto, passando per biciclette e monopattini - avranno sempre maggior spazio nelle abitudini dei cittadini. Con lo sviluppo tecnologico, il costo delle auto elettriche si abbasserà, soprattutto per quanto riguarda le batterie, e questo succederà di pari passo con una crescita dei servizi in sharing. In alcune grandi città, i centri storici potrebbero essere aperti solo a mezzi elettrici, in grado non solo di ricaricarsi a emissioni zero ma anche di cedere energia elettrica alla rete in caso di necessità.
Questo scenario rappresenta un’opportunità per tutto il territorio nazionale. I piccoli comuni, dove il problema dell’inquinamento è meno rilevante, potrebbero diventare il contesto ideale in cui sperimentare questo nuovo concetto di mobilità sostenibile, perché le distanze sono ridotte e sono necessarie meno installazioni di ricarica per auto elettrica, servizi di sharing e mezzi pubblici.
In generale, possiamo dire che la crescita delle smart cities partirà dai piccoli comuni per arrivare alle grandi città, dove nuovamente sarà opportuno operare con un approccio incrementale quartiere per quartiere, fino a coprire l’intero territorio urbano.
In chiusura, il messaggio che deve diffondersi è che le auto elettriche non rappresentano una moda del momento, ma una realtà che necessariamente deve diventare consuetudine: non solo perché la tecnologia va in quella direzione, ma anche perché solo così possiamo preservare le risorse ambientali del pianeta.