A cura di Giorgio Scarpelli, Senior Vice President, Chief Technology & Innovation Officer
A tutti è capitato almeno una volta di dimenticare o perdere le chiavi di casa: quanto avremmo voluto, in quel momento, che la porta si aprisse come per magia?
Oggi a salvarci dal rischio di rimanere chiusi fuori casa è la versione contemporanea del celebre “Apriti sesamo”, una serratura smart che si sblocca semplicemente tramite il riconoscimento del viso o attraverso un’app.
La soluzione unisce le serrature smart progettate dalla startup milanese Sofìa Locks e la tecnologia per il controllo accessi in cloud di ultima generazione di NTT DATA, tra cui IVE (Intelligent Virtual Entity), l’assistente virtuale Blue ed il riconoscimento biometrico, coordinate tramite la piattaforma IoT HOT-SPOT (Hub Of Things-Smart Platform Of Things).
Queste tecnologie, oltre ad estendere la sicurezza e l’usabilità del sistema, semplificano la vita delle persone, grazie anche al supporto dell’assistente virtuale Blue, in grado di dialogare con l’utente per aiutarlo in caso di necessità. In questa integrazione il sistema fornisce l'autorizzazione di accesso tramite connessione Internet direttamente sul dispositivo personale, liberando l'amministratore dall'intervento manuale.
E la sicurezza? Le serrature intelligenti connesse ai sistemi Sofìa sono totalmente sicure grazie al controllo in tempo reale degli accessi tramite app e alla protezione anti-hacking, che consente una facile gestione delle credenziali. Inoltre, la resistenza non è un problema: le serrature intelligenti sono progettate per essere facilmente installate su porte esistenti, sono wireless, a batteria e resistenti all'acqua.
Verso un’azienda touchless con gli smart lock
Gli smart lock fanno intravedere sviluppi interessanti anche per il mondo aziendale, che proprio in questo periodo è costretto a rivedere la concezione degli spazi.
L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere il bisogno di ridurre il contatto con cose e persone, accelerando anche lo sviluppo di soluzioni che permettano di garantire una maggiore sicurezza sanitaria. Gli smart lock vanno proprio in questa direzione: il sistema di controllo degli accessi cloud-native, infatti, ha il potenziale di trasformare radicalmente lo spazio. Il primo grande vantaggio è la possibilità per i dipendenti di accedere agli uffici utilizzando lo smartphone, senza dover passare il badge per autenticarsi. Inoltre, l’applicazione di questo sistema su larga scala consente la riprogettazione ogni singolo interruttore in base alle esigenze aziendali, le cui funzionalità smart diventano accessibili da smartphone o tablet.
Non mancano le possibilità di ulteriori sviluppi per il futuro. È possibile, per esempio, integrare con gli smart lock la tecnologia di riconoscimento facciale, che permetterebbe di distinguere dipendenti da visitatori in modo automatico e immediato. Grazie all’assistente virtuale Blue, che dialoga con l’utente grazie alle funzionalità di Natural Language Processing supportate dalla piattaforma IVE, visitatori e clienti potrebbero chiedere informazioni, supporto o ricevere indicazioni per muoversi all’interno dell’azienda.
Se si pensa all’ulteriore integrazione con altre tecnologie, come l’intelligenza artificiale, si apre un mondo di nuove possibilità. Grazie all’AI, infatti, si potrebbe creare degli spazi intelligenti, in grado di adattarsi in ogni momento alle esigenze di chi li occupa, mostrando su degli schermi automatizzati una presentazione dell’azienda ai visitatori o le informazioni sui progetti durante una riunione.
È evidente che l’unico limite per gli sviluppi di questa tecnologia è l’immaginazione.