A cura di Pietro Scarpino, Responsabile della Service Line di Internet delle Cose, Intelligenza Artificiale e realtà Virtuale
Il Covid-19 ha rivoluzionato le nostre vite, obbligandoci a modificare il modo di vivere la quotidianità, di lavorare e di fare business.
Anche se ci siamo lasciati il lockdown alle spalle, in questo momento non è possibile pensare di tornare alla vita di prima, ma bisogna progettare una nuova quotidianità, un “new normal”. In questo la tecnologia può essere un importante alleato. Negli scorsi mesi, infatti, abbiamo visto quanto l’adozione di servizi digitali si sia diffuso rapidamente, spinto dalla necessità di mantenere il distanziamento sociale: dalle riunioni alle lezioni, dalla spesa fino allo sport.
Ora, con il ritorno negli uffici, la tecnologia ci aiuta anche a creare un nuovo modo di vivere gli spazi e di lavorare, con soluzioni innovative che possono essere sostenibili nel tempo.
Anche se ci siamo lasciati il lockdown alle spalle, in questo momento non è possibile pensare di tornare alla vita di prima, ma bisogna progettare una nuova quotidianità, un “new normal”. In questo la tecnologia può essere un importante alleato. Negli scorsi mesi, infatti, abbiamo visto quanto l’adozione di servizi digitali si sia diffuso rapidamente, spinto dalla necessità di mantenere il distanziamento sociale: dalle riunioni alle lezioni, dalla spesa fino allo sport.
Ora, con il ritorno negli uffici, la tecnologia ci aiuta anche a creare un nuovo modo di vivere gli spazi e di lavorare, con soluzioni innovative che possono essere sostenibili nel tempo.
Come tornare in ufficio garantendo la sicurezza delle nostre persone?
Questa domanda ci ha dato lo spunto per ripensare alla nostra relazione con gli spazi di lavoro grazie alla tecnologia. L’obiettivo è umanizzare gli spazi, creando un ambiente responsive capace di adattarsi ai bisogni e alle attività delle persone, attraverso contenuti multimediali che cambiano in base all’oggetto di un meeting, di un workshop o di un cliente.
La realizzazione di questo concetto è iniziata con lo sviluppo di Sobos, un sistema che permette a tutti i dipendenti di prenotare il proprio posto in ufficio tramite un’app mobile e di vedere quanti posti sono effettivamente disponibili negli uffici, in ogni momento. Attraverso l’app, infatti, è possibile vedere la mappa di ogni sede e le aree in cui ci sono scrivanie disponibili, in modo che ognuno possa scegliere in che zona lavorare in base alle attività che deve svolgere.
Questo sistema non è solo un modo pratico per trovare una scrivania, ma porta vantaggi all’intera organizzazione. Chi si occupa di Facility, per esempio, è in grado di monitorare quante scrivanie vengono effettivamente utilizzate e può raccogliere dati sulla reale occupazione degli spazi.
Sobos è già integrato con la nostra piattaforma IoT HOT-SPOT (Hub Of Things-Smart Platform Of Things) basata su sensori e telecamere stereoscopiche, che permettono di monitorare l’occupazione degli spazi in tempo reale e di creare un ufficio più sostenibile, per esempio adattando illuminazione e aria condizionata al numero di persone presenti nella stanza.
Questa domanda ci ha dato lo spunto per ripensare alla nostra relazione con gli spazi di lavoro grazie alla tecnologia. L’obiettivo è umanizzare gli spazi, creando un ambiente responsive capace di adattarsi ai bisogni e alle attività delle persone, attraverso contenuti multimediali che cambiano in base all’oggetto di un meeting, di un workshop o di un cliente.
La realizzazione di questo concetto è iniziata con lo sviluppo di Sobos, un sistema che permette a tutti i dipendenti di prenotare il proprio posto in ufficio tramite un’app mobile e di vedere quanti posti sono effettivamente disponibili negli uffici, in ogni momento. Attraverso l’app, infatti, è possibile vedere la mappa di ogni sede e le aree in cui ci sono scrivanie disponibili, in modo che ognuno possa scegliere in che zona lavorare in base alle attività che deve svolgere.
Questo sistema non è solo un modo pratico per trovare una scrivania, ma porta vantaggi all’intera organizzazione. Chi si occupa di Facility, per esempio, è in grado di monitorare quante scrivanie vengono effettivamente utilizzate e può raccogliere dati sulla reale occupazione degli spazi.
Sobos è già integrato con la nostra piattaforma IoT HOT-SPOT (Hub Of Things-Smart Platform Of Things) basata su sensori e telecamere stereoscopiche, che permettono di monitorare l’occupazione degli spazi in tempo reale e di creare un ufficio più sostenibile, per esempio adattando illuminazione e aria condizionata al numero di persone presenti nella stanza.
L’ufficio del futuro è già qui
Da questa prima sperimentazione si aprono diversi scenari per il futuro, che puntano verso la creazione di un vero e proprio ufficio “liquido”, a cui le persone possono accedere tramite app o riconoscimento facciale e che si adatta alle persone connesse in un dato momento. Un’esperienza davvero touchless, in cui i badge diventano superflui: ciò è reso possibile da soluzioni come gli smart lock che NTT DATA sta sviluppando insieme alla startup Sofìa, resi intelligenti dalla tecnologia di IVE (Intelligent Virtual Entity) e dall’assistente virtuale Blue.
Ulteriori evoluzioni del sistema di riconoscimento facciale permetteranno, per esempio, di riconoscere le persone che accedono agli spazi e di sapere istantaneamente se sono dipendenti o visitatori. Sulla base di questa distinzione, grazie all’Intelligenza Artificiale è possibile riadattare gli spazi, mostrando informazioni differenti.
Da questa prima sperimentazione si aprono diversi scenari per il futuro, che puntano verso la creazione di un vero e proprio ufficio “liquido”, a cui le persone possono accedere tramite app o riconoscimento facciale e che si adatta alle persone connesse in un dato momento. Un’esperienza davvero touchless, in cui i badge diventano superflui: ciò è reso possibile da soluzioni come gli smart lock che NTT DATA sta sviluppando insieme alla startup Sofìa, resi intelligenti dalla tecnologia di IVE (Intelligent Virtual Entity) e dall’assistente virtuale Blue.
Ulteriori evoluzioni del sistema di riconoscimento facciale permetteranno, per esempio, di riconoscere le persone che accedono agli spazi e di sapere istantaneamente se sono dipendenti o visitatori. Sulla base di questa distinzione, grazie all’Intelligenza Artificiale è possibile riadattare gli spazi, mostrando informazioni differenti.
Un avatar andrà in ufficio al posto tuo
La tecnologia può essere d’aiuto anche nel ridurre lo stress e l’isolamento che alcune persone hanno sperimentato durante il lavoro da remoto, dovuti alla difficoltà di gestire numerose call e alla mancanza di un rapporto diretto con i colleghi.
In futuro potremo avere un avatar virtuale attraverso cui comunicare con i colleghi come se tutti fossero nella stessa stanza. Grazie all’AI, infatti, un sistema di questo tipo potrà anche mostrare documenti e informazioni in tempo reale collegati al tema della riunione e facilitare la comunicazione tra team internazionali con una traduzione simultanea delle conversazioni.
Fantascienza? In realtà l’ufficio del futuro è più vicino di quanto immaginiamo.
La tecnologia può essere d’aiuto anche nel ridurre lo stress e l’isolamento che alcune persone hanno sperimentato durante il lavoro da remoto, dovuti alla difficoltà di gestire numerose call e alla mancanza di un rapporto diretto con i colleghi.
In futuro potremo avere un avatar virtuale attraverso cui comunicare con i colleghi come se tutti fossero nella stessa stanza. Grazie all’AI, infatti, un sistema di questo tipo potrà anche mostrare documenti e informazioni in tempo reale collegati al tema della riunione e facilitare la comunicazione tra team internazionali con una traduzione simultanea delle conversazioni.
Fantascienza? In realtà l’ufficio del futuro è più vicino di quanto immaginiamo.