A cura di Francisco Spadafora, Head of Blockchain
Lo scambio di denaro da qualsiasi posizione in qualunque momento, attraverso un’interfaccia semplice e intuitiva, è un’esigenza ormai inderogabile. Libra è stata a tutti gli effetti una wake up call per le banche centrali di tutto il mondo, le quali, una volta avuta contezza delle sue implicazioni, nonché dell’impegno dei cinesi nella realizzazione di uno Yuan virtuale, si sono rimboccate le maniche.
La nuova moneta oggi
All’inizio del 2020, BCE, FED e Banca del Giappone, insieme alle banche centrali di tutto il mondo, hanno avviato dei tavoli di discussione sul tema delle CBDC (Central bank digital currency), con l’intenzione di approfondire il tema soprattutto nell'ottica di creazione di una piattaforma gestita da loro per i pagamenti cross-nazionali. Ad aumentare l’urgenza di una discussione simile è stato il progetto cinese, avviato nel lontano 2014, concernente la creazione di uno Yuan digitale, utilizzabile anche oltre la Grande Muraglia, con il potenziale di minare il primato del dollaro. Quest’ultimo infatti è riconosciuto come mezzo di scambio globale: centralità che fa gola a Pechino.
L’Unione Europea come l’America ha preso in seria considerazione l’emissione di un Euro digitale con la pubblicazione di un documento di 55 pagine contenente l’analisi di tutti i requisiti necessari, redatto e firmato da Christine Lagarde, attuale presidente della Banca Centrale Europea. La Lagarde vorrebbe partire entro il 2021 con un progetto di implementazione della prima CBDC europea. L’interesse e lo studio di una simile rivoluzione monetaria, condotto da una figura apicale della BCE, rende la proposta concretissima.
La nuova moneta oggi
All’inizio del 2020, BCE, FED e Banca del Giappone, insieme alle banche centrali di tutto il mondo, hanno avviato dei tavoli di discussione sul tema delle CBDC (Central bank digital currency), con l’intenzione di approfondire il tema soprattutto nell'ottica di creazione di una piattaforma gestita da loro per i pagamenti cross-nazionali. Ad aumentare l’urgenza di una discussione simile è stato il progetto cinese, avviato nel lontano 2014, concernente la creazione di uno Yuan digitale, utilizzabile anche oltre la Grande Muraglia, con il potenziale di minare il primato del dollaro. Quest’ultimo infatti è riconosciuto come mezzo di scambio globale: centralità che fa gola a Pechino.
L’Unione Europea come l’America ha preso in seria considerazione l’emissione di un Euro digitale con la pubblicazione di un documento di 55 pagine contenente l’analisi di tutti i requisiti necessari, redatto e firmato da Christine Lagarde, attuale presidente della Banca Centrale Europea. La Lagarde vorrebbe partire entro il 2021 con un progetto di implementazione della prima CBDC europea. L’interesse e lo studio di una simile rivoluzione monetaria, condotto da una figura apicale della BCE, rende la proposta concretissima.
Potenzialità e criticità
I vantaggi di un affiancamento al contante e in un futuro la completa sostituzione con una moneta virtuale sono diversi. Il primo è indubbiamente di efficienza: il contante ha importanti costi di produzione, trasporto, manutenzione, sostituzione e lotta alla contraffazione. Inoltre in periodi come quello in cui viviamo in cui il contante potrebbe essere un mezzo di contagio, l'Euro digitale sarebbe un'ottima alternativa.
L’utilizzo di una CBDC sarebbe utile anche nell’applicazione di politiche monetarie in casi di emergenza, come quello in atto, dove il contante non può arrivare e un sistema interamente digitalizzato velocizzerebbe tutti i processi. Inoltre anche se il mondo digitale è il primo obiettivo dell'Euro digitale si sta studiando la possibilità di effettuare dei pagamenti anche in modalità offline, grazie all'utilizzo di smartcard.
Uno dei principali dilemmi riguarda la custodia del denaro virtuale. Tra i maggiori punti di attenzione c'è l'integrazione dell'Euro digitale con i sistemi attualmente già sviluppati da banche commerciali e payment institution. Per le banche commerciali in particolare il rischio è che i cittadini spostino i propri depositi dai conti correnti bancari a quelli dell'Euro digitale. Una prospettiva simile offrirebbe indubbie garanzie ai correntisti – la BCE non può fallire - ma rischia di minare la stabilità del sistema bancario o per lo meno di rivedere gli attuali modelli di business delle banche commerciali.
Al vaglio degli esperti c’è anche l’architettura tecnologica sottesa alla nuova moneta, che potrà basarsi su un sistema centralizzato europeo o avvalersi di un approccio decentralizzato con degli intermediari, basato su tecnologia Blockchain / DLT. La richiesta della BCE è quella di offrire una soluzione all’avanguardia, che possa competere con i servizi di valute private come Libra e lo Yuan. Oltre a ciò i requisiti sono di massima sicurezza e trasparenza del sistema e privacy. A finire uno dei principali motivi per cui la tecnologia blockchain è oggi considerata è la programmabilità dei pagamenti stessi attraverso l'utilizzo di smart contract.
12 anni di Bitcoin e di blockchain ci hanno portato oggi a uno scenario molto interessante, da una parte le criptovalute totalmente decentralizzate (Es. BItcoin), dall’altra le stable coins gestite da aziende private (Es. Libra) e ultimo arrivato le CBDC gestite dalle banche centrali. Una competizione che non potrà che rivoluzionare il modo in cui ci scambieremo valore.
I vantaggi di un affiancamento al contante e in un futuro la completa sostituzione con una moneta virtuale sono diversi. Il primo è indubbiamente di efficienza: il contante ha importanti costi di produzione, trasporto, manutenzione, sostituzione e lotta alla contraffazione. Inoltre in periodi come quello in cui viviamo in cui il contante potrebbe essere un mezzo di contagio, l'Euro digitale sarebbe un'ottima alternativa.
L’utilizzo di una CBDC sarebbe utile anche nell’applicazione di politiche monetarie in casi di emergenza, come quello in atto, dove il contante non può arrivare e un sistema interamente digitalizzato velocizzerebbe tutti i processi. Inoltre anche se il mondo digitale è il primo obiettivo dell'Euro digitale si sta studiando la possibilità di effettuare dei pagamenti anche in modalità offline, grazie all'utilizzo di smartcard.
Uno dei principali dilemmi riguarda la custodia del denaro virtuale. Tra i maggiori punti di attenzione c'è l'integrazione dell'Euro digitale con i sistemi attualmente già sviluppati da banche commerciali e payment institution. Per le banche commerciali in particolare il rischio è che i cittadini spostino i propri depositi dai conti correnti bancari a quelli dell'Euro digitale. Una prospettiva simile offrirebbe indubbie garanzie ai correntisti – la BCE non può fallire - ma rischia di minare la stabilità del sistema bancario o per lo meno di rivedere gli attuali modelli di business delle banche commerciali.
Al vaglio degli esperti c’è anche l’architettura tecnologica sottesa alla nuova moneta, che potrà basarsi su un sistema centralizzato europeo o avvalersi di un approccio decentralizzato con degli intermediari, basato su tecnologia Blockchain / DLT. La richiesta della BCE è quella di offrire una soluzione all’avanguardia, che possa competere con i servizi di valute private come Libra e lo Yuan. Oltre a ciò i requisiti sono di massima sicurezza e trasparenza del sistema e privacy. A finire uno dei principali motivi per cui la tecnologia blockchain è oggi considerata è la programmabilità dei pagamenti stessi attraverso l'utilizzo di smart contract.
12 anni di Bitcoin e di blockchain ci hanno portato oggi a uno scenario molto interessante, da una parte le criptovalute totalmente decentralizzate (Es. BItcoin), dall’altra le stable coins gestite da aziende private (Es. Libra) e ultimo arrivato le CBDC gestite dalle banche centrali. Una competizione che non potrà che rivoluzionare il modo in cui ci scambieremo valore.